Narratografo, cantastorie del Molise

Coi suoi silenzi, il Molise è la terra del racconto. La taverna, la piazza, la chiesa, il gradone di casa, la bottega sono posti dove c’è sempre un pensiero da tramandare, una storia da condividere, una lacrima da piangere o un sorriso da rallegrare. È la terra del racconto perché, volendo, il ritmo del tempo consente di trovare anche un solo momento per parlare con le persone del posto e con quelle di fuori, con gli adulti e con i bambini.

Una terra chiamata Molise



Non ho mai creduto nei confini perché pretendono di esaltare delle diversità che non ci sono o che sfumano piano piano. Eppure ci hanno chiuso in una sorta di recinto immaginario: questo qui è il Molise da cui, per sberleffo, tanti hanno preso le distanze ritenendolo una terra di mezzo vuota e disabitata.
Occorre gente di frontiera: persone sull’uscio che invitano i passanti a fermarsi e a guardarsi attorno in maniera un po’ inusuale. Il Molise bisogna girarlo per apprezzare quei piccoli posti che custodiscono, gelosamente, il loro contributo di storia, di arte e di cultura.
Il “Molise non si espone” sarebbe il motto corretto: è timido, chiuso, a volte serrato. Non si capisce se ha vergogna di farsi avanti o se preferisce riservare alcuni suoi caratteri peculiari e fragili. Non è semplice trovare il modo per raccontarlo con originalità e assoluto rispetto per cui bisogna rendere merito a chi ci riesce. Mi riferisco, in questo caso, alla fiction “Una terra chiamata Molise”. Si tratta di un bel lavoro di fantasia e ricerca le cui trame sono imbastite per rivelare il Molise nascosto fatto di paesaggi apprezzabili, attività imprenditoriali e artigianali di spicco, persone semplici e luoghi inaspettati che suscitano stupore. Trovo straordinario il modo in cui questo progetto è nato e viene portato avanti dall’associazione “Il villaggio della cultura” proponendo, dopo le venti puntate della prima serie, una seconda edizione con spunti nuovi e storie più articolate. Guardando la prima serie, ho imparato un sacco di cose e mi sono divertito...e mi sono divertito pure nella seconda serie ma un’altra volta vi racconterò perché! Intanto preparatevi: manca davvero poco alla nuova stagione di “Una terra chiamata Molise”!
A tutto lo staff faccio i miei migliori auguri concludendo con il classico “...Come diceva Tizio”:
“Senza un’idea non c’è di che discutere; con un’idea ma senza coraggio non si comincia. Per il successo bisogna aggiungere, ancora, la passione”.

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